UN PROGETTO DI LAURA FAORO
Flauti, Laura Faoro
Video, Fabrizio Rosso
Live electronics, Pietro Luca Congedo
Blue Tube è un’opera – evento che unisce in unica performance l’happening, il concerto di repertorio novecentesco/contemporaneo, l’elettronica e l’installazione multimediale site-specific, definito dalla studiosa V. Valentini – che ha assistito alla versione 2018 per Serate Musicali – “concerto intermediale”.
Al centro della scena un tubo proiettivo nel quale è ¨imprigionata” la flautista performer: in un poetico mix di video arte, sound processing e Performance Art – l’acqua, il suono, i colori, le immagini e la stessa performer danno vita ad un “incantesimo” post-moderno, sul tubo e nello spazio, sollecitando l’immaginazione e la partecipazione dello spettatore su più piani sensoriali.
Il contesto musicale è strettamente connesso per legami tematici e storici al flauto – appendice inseparabile e vera voce della performer – spaziando dal capolavoro senza tempo Syrinx di Debussy alla musica sperimentale e d’avanguardia , con autori come Stockhausen, Sciarrino, Fedele, Glass e Saariaho, in stretto dialogo con la drammaturgia delle immagini che alterna ad hoc metodologie diverse, da video in time line, al video in stile VJ, ai video generativi.
Così – intersecando le suggestioni e i linguaggi artistici più contemporanei – “BlueTube” sottende un sottile gioco di collegamenti attorno alla necessità di un tramite comunicativo, visualizzato metonimicamente dalla stessa scenografia multimediale che isola la performer, una gigantesca porzione di conduttura:
L’acqua – blu per antonomasia – è elemento vitale, ma necessita di essere incanalata in un complesso sistema di tubature.
Il flauto è un tubo metallico sonoro legato all’elemento vitale del respiro e in arte al colore blu («Rappresentato musicalmente il blu celeste suona come un flauto», Kandinsky).
Il tubo come “media” digitale volto alla condivisione elettronica di informazioni audio/video è un canale tecnologico ormai globale e virale.
Concetto cardine di questa performance audio-visiva è la dicotomia “libertà – costrizione”, che si esplica nel contrasto visivo tra movimento e fissità delle immagini, in quello audio tra suoni potenziati dall’elettronica e suoni che arrivano ad ammutolire o a farsi rumore e nel contrasto site specific tra l’inafferrabilità dell’acqua nel suo scorrere e il suo essere costretta in tubi e canali, concretizzandosi infine – drammaticamente – nell’opposizione tra la libertà dello spettatore di muoversi nello spazio e la prigionia della performer, che si esibirà appunto costretta in un tubo proiettivo, il BlueTube, interagendo con le videoproiezioni, in un continuo gioco di trasparenze e opacità.
I brani eseguiti dal flauto di Laura Faoro, con l’elettronica di Luca Congedo (ambientazioni sonore e live electronics) e i video di Fabrizio Rosso, sono opere scelte ad hoc dal repertorio flautistico novecentesco e d’avanguardia, connesse da un lato alla tematica del flauto come tubo produttore di suoni e rumori magici (Come vengono prodotti gli incantesimi, S. Sciarrino), o come aulos, canna dalle origini mitologiche e ancestrali (Syrinx, C. Debussy; Donacis Ambra, I. Fedele) dall’altro si tratta di composizioni ispirate al tema concreto e metaforico dell’acqua (NoaNoa, K. Saariaho; Aquarius da Tierkreis, K. Stockhausen), o legate all’idea di una sua costrizione in passaggi obbligati (Spire V, C. Saldicco; Arabesque in memoriam, P. Glass).
Nelle precedenti rappresentazioni, sono state incluse musiche degli italiani Marco Betta con Osservazione del mare, Armando Gentilucci con In acque solitarie, Vittorio Montalti con Labyrinthes e Cesare Saldicco con Spire V, del minimalista Philip Glass con il raro Arabesque in memoriam, della finlandese Kaija Saariaho con NoaNoa e dello svizzero Nadir Vassena con Come perduto nel mare un bambino. In incipit un’incursione nel Novecento storico francese con Syrinx di Claude Debussy, che esplora il mito dell’origine del flauto in quanto canna, ovvero il “tubo” sonoro primordiale per eccellenza.
Spettacolo serale realizzato nella prima versione del 2016 da MM e Canone Inverso per la Giornata Mondiale dell’Acqua, l’evento si è diviso in piu’ momenti distinti di performance, della durata di circa 40 minuti ciascuno, ognuno a sé stante, svoltosi nella suggestiva cornice della Centrale dell’acqua di di via Anfossi in Milano, un gioiello di architettura liberty dell’inizio del novecento, parte integrante della performance, in cui lo spettatore si è trovato immerso. La tecnologia è ampiamente adoperata ma esibita il meno possibile per lasciare spazio totale alla suggestione musicale e visiva. Lo spettacolo, dopo la prima, è stato replicato già pochi mesi dopo al LAC di Lugano, e successivamente presentato da Serate Musicali per l’inaugurazione della Centrale dell’Acqua di Milano (6 e 7 luglio 2018, quattro repliche).